La donazione del sangue di cordone e la Banca di Sangue di Cordone di Padova

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Informazione medica per i lettori del notiziario dell’AIL a cura del Prof.Luigi ZANESCO, emerito di Pediatria, Università di Padova

da “AIL News”, notiziario della sezione AIL di Padova, n°2-2014

Cos’è il sangue di cordone ombelicale
Il sangue del cordone ombelicale, detto anche “sangue placentare”, è il sangue che, al termine del parto, rimane nel cordone ombelicale e nella placenta e che normalmente viene con essa eliminato.
Alla fine degli anni Settanta, alcuni ricercatori hanno scoperto che il sangue cordonale è ricco di “cellule staminali emopoietiche” simili a quelle presenti nel midollo osseo, in grado cioè di generare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Grazie a questa scoperta nel 1988 in Francia fu effettuato con successo il primo trapianto di staminali emopoietiche ottenute da sangue cordonale. Fino ad oggi sono stati effettuati oltre 30.000 trapianti con
questo tipo di cellule staminali, con risultati del tutto sovrapponibili a quelli ottenuti con
le altre fonti di cellule staminali ematopoietiche (midollo o sangue periferico).
Considerando che solo il 30% dei pazienti che necessita di un trapianto riesce a trovare un donatore familiare compatibile, donare il sangue del cordone ombelicale del proprio bambino rappresenta un’importante possibilità di cura per chi è affetto da gravi malattie.
Offre inoltre un contributo prezioso allo sviluppo della ricerca scientifica.

Perché è importante DONARE il cordone ombelicale?
•    PERCHE’ può essere utilizzato nei trapianti per la cura di malattie tumorali del sangue, come le leucemie e i linfomi, e patologie non tumorali, come ad esempio la talassemia (malattia ereditaria del sangue), l’aplasia midollare (mancata produzione delle cellule del sangue) e alcune gravi carenze del sistema immunitario.
•    PERCHE’ è una valida fonte alternativa di cellule staminali ematopoietiche per i pazienti che non dispongono di un donatore di midollo compatibile.
•    PERCHE’ è una fonte immediatamente disponibile e quindi riduce i tempi di attesa per un trapianto

La Banca di Sangue di Cordone di Padova
La possibilità di effettuare trapianti con sangue cordonale ha indotto alla nascita di vere e proprie “banche”, dove vengono conservate le unità di sangue cordonale raccolte.
In tutto il mondo vi sono circa 160 banche che conservano più di 600.000 unità di sangue di cordone. E’ in questo contesto che è nata la Banca di Sangue di Cordone di Padova (PDCBB) presso i laboratori della Clinica di Oncoematologia Pediatrica.

Iter della mamma che vuole donare
La futura mamma che decide di donare il sangue di cordone deve semplicemente sottoporsi ad un colloquio, nel terzo trimestre di gravidanza, atto ad accertare l’idoneità alla donazione. Basta quindi fissare un appuntamento presso la Banca del Sangue di Cordone o la sala parto in cui si intende partorire, per valutare con un operatore sanitario lo stato di salute generale della mamma, l’andamento della gravidanza, l’assenza di fattori di rischio per la trasmissione di malattie infettive dei genitori e di malattie ereditarie in famiglia.
Al termine del colloquio, una volta accertata l’idoneità alla donazione, verrà spiegata la procedura da seguire e consegnato il consenso informato. La firma del consenso è indispensabile per poter effettuare la raccolta e rendere disponibile l’unità di sangue cordonale per un eventuale trapianto.
Alla Banca di Sangue di Cordone di Padova afferiscono le donazioni raccolte di una trentina di sale parto in tutto il triveneto. Ogni Ospedale dove è possibile aderire alla donazione di sangue di cordone può essere organizzato in modo differente per quanto riguarda i tempi e le modalità di acquisizione del consenso informato e dell’anamnesi.   Per avere informazioni precise è dunque opportuno rivolgersi al personale sanitario dell’ospedale nel quale si partorirà. Un elenco completo con i numeri di telefono di riferimento aggiornati si può reperire nel sito www.pdcbb.it
Al momento del parto viene eseguito alla madre un prelievo di sangue per l’esecuzione degli esami previsti dalla legge (test infettivologici).
Il sangue cordonale viene raccolto da personale qualificato (generalmente dalle ostetriche) alla fine del parto dopo che il cordone è stato reciso, utilizzando un’apposita sacca sterile. Ciò che viene raccolto è il sangue rimasto nei vasi cordonali, quel sangue che verrebbe eliminato insieme alla placenta.
E’ possibile effettuare la raccolta sia da parto naturale che da parto cesareo.
La procedura di raccolta NON COMPORTA ALCUN RISCHIO né per la mamma né per il neonato.
La procedura non modifica in alcun modo l’assistenza della mamma e del neonato.
Non è possibile procedere alla raccolta nel caso in cui al momento del parto vengano individuate situazioni particolari che la rendano non indicata come ad esempio: gravidanza inferiore a 37 settimane, stato febbrile, malformazioni congenite del neonato, rottura delle membrane maggiore di 12 ore, ecc…
Una volta raccolto, il sangue viene inviato alla Banca del Sangue di Cordone, dove personale specializzato effettua tutti i controlli e la processazione della raccolta.
Le sacche che risultano essere idonee per il trapianto vengono caratterizzate, manipolate, criopreservate e conservate in azoto (-190°C) presso la Banca del Sangue di Cordone.
Affinché la donazione sia utile al trapianto è richiesta una quantità di cellule minima. Solo una parte delle raccolte che arrivano alla banca sono quindi utilizzabili poichè devono rispondere a criteri di qualità richiesti da standard internazionali al fine di garantire ai pazienti donazioni sicure ed efficaci. E’ importante sapere che la quantità di cellule contenuta nel sangue di cordone raccolto non è legata allo stato di salute della mamma o del bambino. Le donazioni escluse possono comunque trovare un importante impiego nella ricerca, se la donatrice, nell’apposito consenso, ha acconsentito a tale utilizzo. La ricerca e’ fondamentale per poter migliorare le applicazioni cliniche e per scoprire nuove frontiere di utilizzo delle cellule stesse.

Se la raccolta viene congelata, a distanza di 6-12 mesi dal parto la mamma viene richiamata per essere sottoposta ad un ulteriore prelievo di sangue e per far avere alla Banca un certificato medico che attesti lo stato di salute del neonato.
I dati genetici relativi all’unità risultata idonea a tutti i controlli vengono quindi trasmessi dalla Banca del Sangue di Cordone al registro nazionale IBMDR (Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo) che a sua volta li invia al registro internazionale WMDA (Associazione Mondiale Donatori di Midollo), e sono resi disponibili per i Centri Trapianto di tutto il mondo che ne facciano richiesta.

Raccolte “dedicate” e “autologhe”
Se al momento della nascita del bambino, esiste un parente stretto (fratello, sorella, mamma o papà del neonato), a cui sia stata diagnosticata una patologia trattabile con l’infusione di cellule staminali ematopoietiche, o ci sia nella famiglia il rischio di una malattia geneticamente trasmissibile a futuri figli (per la quale il trapianto è una pratica scientificamente approvata) la raccolta può essere effettuata come raccolta “dedicata”, riservata cioè al parente malato.
In questo caso, previa richiesta del medico specialista, viene attivato un servizio di reperibilità per la raccolta e la conservazione dell’unità ad uso familiare. Tale conservazione è assolutamente gratuita presso la PDCBB così come in tutte le Banche pubbliche.

In assenza delle condizioni sopra indicate la normativa italiana vieta la conservazione del sangue cordonale per uso autologo, proprio perchè, non esistono evidenze scientifiche riguardo a un suo impiego a scopo personale al di fuori dei casi previsti dalla normativa di riferimento, senza contare che alcune alterazioni che causano le malattie curabili con le cellule staminali cordonali possono già essere presenti nel sangue del neonato donatore rendendole inutilizzabili per il trapianto.
Per ottenere migliori risultati nella cura di malattie del sangue (leucemie, linfomi, mielomi) è inoltre preferibile usare cellule provenienti da una persona diversa dal malato, perché in questo modo si accresce l’effetto immunologico delle cellule trapiantate e quindi la possibilità di successo del trapianto.
La conservazione autologa apre poi importanti problemi etici, di equità e di solidarietà.
Per chi volesse comunque ricorrere alla donazione autologa è consentito inviare il sangue di cordone presso Banche di Crioconservazione private istituite presso altri Paesi europei ed extraeuropei previa autorizzazione all’esportazione rilasciata dalla Direzione Sanitaria dell’Ospedale dove la mamma ha deciso di partorire. I costi inerenti alla conservazione autologa del sangue cordonale all’estero sono a carico del richiedente.

I risultati della PDCBB
Grazie alla generosità di migliaia mamme ed al lavoro di 30 Centri Raccolta la Banca di Sangue di Cordone di Padova ha “bancato” più di 2600 unità di sangue di cordone che possono essere messe a disposizione dei Centri Trapianto di tutto il mondo.
Ad oggi sono stati effettuati 116 trapianti con raccolte provenienti dalla PDCBB 33 in Italia e 81 all’estero sia per pazienti adulti che per bambini.
Le unità non idonee al trapianto hanno consentito l’ottimizzazione di nuove metodiche per migliorare la processazione e la conservazione delle unità raccolte (ad esempio l’introduzione e la validazione di metodiche automatizzate per la separazione cellulare). La PDCBB fa inoltre attualmente parte del gruppo di Banche italiane impegnate in un progetto di ricerca multicentrico per l’utilizzo clinico di Gel Piastrinico, preparato ottenuto a partire dalla centrifugazione del sangue cordonale. Tale gel viene applicato alle ulcere cutanee e alle piaghe da decubito allo scopo di rigenerare i tessuti. Lo studio clinico verrà applicato in un gruppo di pazienti pediatrici affetti da una malattia genetica che causa ulcere cutanee gravi e dolorose, per il trattamento delle quali non esistono terapie efficaci conosciute.

Per quanto riguarda le raccolte “dedicate” a disposizione cioè per una famiglia con una patologia eventualmente trattabile con un trapianto di cellule staminali ematopoietiche, la PDCBB ne conserva circa 280. Dall’inizio della sua attività ne son state trapiantate con successo 7.

INFORMAZIONI UTILI
Banca del Sangue di Cordone di Padova
Tel. 049 8211480 / Fax 049 8211437
e-mail: PDCBB@unipd.it
Sito internet: WWW: PDCBB.IT